I migliori 11 dischi
(ascoltati da me) dell’anno 2013. Sì, 11, perché 10 è troppo mainstream.
11. Franz Ferdinand – Right Thougts, Right Words, Right Action
I Franz Ferdinand ritornano
al sound dei primi due album, lontani dalle sonorità dub di Tonight, con un album non spumeggiante,
ma sempre dignitoso.
10.
Elio E Le Storie Tese – L’Album Biango
Album sottotono per gli
elii, che però, merito in particolare
dei singoli La canzone mononota e Complesso del primo maggio, si fanno
ancora ascoltare con piacere. Peccato.
9.
Daft Punk – Random Access Memory
Alcuni lo avrebbero
messo più in alto, ma questo cambio dello stile, verso un dance anni ’70 dal sapore retrò, non mi ha fatto urlare al
capolavoro. Mossa azzardata, in parte riuscita, in parte no.
8.
Ministri – Per Un Passato Migliore
Non male il nuovo
lavoro della band milanese: testi a mio avviso migliorati e arrangiamenti
piacevoli. Purtroppo l’album cala verso la fine, magari tagliando qualche
canzone…
7.
Depeche Mode – Delta Machine
Nella mia ignoranza
verso la discografia di Dave Gahan e compagni, posso dire che questo album
scorre che è una meraviglia, non sembrando stanco come i loro lavori di inizio
anni duemila. Ok, toccherà
farcisi una cultura.
6. Nick Cave & The Bad Seeds – Push The Sky Away
Sobrietà. Questa è la
parola d’ordine dell’ultimo lavoro di Cave e soci: canzoni composte, eleganti e
come sempre arrangiate alla perfezione. Ho sentito però una certa mancanza di
quel post punk che mi ha fatto
innamorare del cantautore. Manca poco, da ascoltare comunque: così si scrivono
le canzoni.
5. The Bloody Beetroots – HIDE
Ok, non ho amato tutte
le tracce, ma quelle che mi sono piaciute mi sono piaciute veramente tanto: da Spank a Volevo Un Gatto Nero, passando per il featuring con Paul
McCartney, questa è l’EDM fatta bene.
Bravo Bob Rifo.
4. Arctic Monkeys – AM
A discapito di una
batteria in gran parte appiattita in uno stile più posato, l’album è
un’evidente crescita (perlopiù nello stile di chitarra e dei testi, finalmente
più maturi e riflessivi) per la band. Continuare così, Turner & co.,magari
non scordandosi la sezione ritmica a casa.
3. Arcade Fire – Reflektor
A partire dalla
sorprendente title track di apertura,
questo doppio lp è un ottimo esempio di come, da un “semplice” indie rock senza pretese, si può
raggiungere un suono personale e originale. Bravi Arcade Fire, bravi veramente.
Va ascoltato. (consigli: reflektor, joan of arc, here comes the night time, porno).
2.
David Bowie – The Next Day
Il giorno dopo il Duca
c’è. Con dieci anni di silenzio alle spalle, nessuno si aspettava un ritorno
così solido, dai testi sempre graffianti agli arrangiamenti ricchi e mai
scontati (sembra urlare agli hipster
del nuovo millennio: <l’ho inventata io, la vostra musica!>), il tutto
con una copertina che parla quasi più delle canzoni: la celeberrima copertina
di Heroes fa da sfondo, ma rimane
coperta… quale migliore segno di vita da parte di Bowie di questo? (consigli: the
next day, the stars (are out tonight),
I’d rather be high, (you will) set the
world on fire)
1. Queens Of The Stone Age - … Like
Clockwork
Lo dico subito: il
miglior lavoro della band finora. Niente da dire: se prima si è parlato di
evoluzioni, maturazioni di tematiche e suono, questo ne è l’esempio più emblematico.
E non dico altro. (consigli:
i sat by the ocean, keep your eyes peeled, my god is the sun, I
appear missing, … like clockwork).
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