martedì 21 gennaio 2014

I migliori dischi del 2013 (secondo me)

I migliori 11 dischi (ascoltati da me) dell’anno 2013. Sì, 11, perché 10 è troppo mainstream.

11. Franz Ferdinand – Right Thougts, Right Words, Right Action
I Franz Ferdinand ritornano al sound dei primi due album, lontani dalle sonorità dub di Tonight, con un album non spumeggiante, ma sempre dignitoso.
10. Elio E Le Storie Tese – L’Album Biango
Album sottotono per gli elii, che però, merito in particolare dei singoli La canzone mononota e Complesso del primo maggio, si fanno ancora ascoltare con piacere. Peccato.
9. Daft Punk – Random Access Memory
Alcuni lo avrebbero messo più in alto, ma questo cambio dello stile, verso un dance anni ’70 dal sapore retrò, non mi ha fatto urlare al capolavoro. Mossa azzardata, in parte riuscita, in parte no.
8. Ministri – Per Un Passato Migliore
Non male il nuovo lavoro della band milanese: testi a mio avviso migliorati e arrangiamenti piacevoli. Purtroppo l’album cala verso la fine, magari tagliando qualche canzone…
7. Depeche Mode – Delta Machine
Nella mia ignoranza verso la discografia di Dave Gahan e compagni, posso dire che questo album scorre che è una meraviglia, non sembrando stanco come i loro lavori di inizio anni duemila. Ok, toccherà farcisi una cultura.
6. Nick Cave & The Bad Seeds – Push The Sky Away
Sobrietà. Questa è la parola d’ordine dell’ultimo lavoro di Cave e soci: canzoni composte, eleganti e come sempre arrangiate alla perfezione. Ho sentito però una certa mancanza di quel post punk che mi ha fatto innamorare del cantautore. Manca poco, da ascoltare comunque: così si scrivono le canzoni.
5. The Bloody Beetroots – HIDE
Ok, non ho amato tutte le tracce, ma quelle che mi sono piaciute mi sono piaciute veramente tanto: da Spank a Volevo Un Gatto Nero, passando per il featuring con Paul McCartney, questa è l’EDM fatta bene. Bravo Bob Rifo.
4. Arctic Monkeys – AM
A discapito di una batteria in gran parte appiattita in uno stile più posato, l’album è un’evidente crescita (perlopiù nello stile di chitarra e dei testi, finalmente più maturi e riflessivi) per la band. Continuare così, Turner & co.,magari non scordandosi la sezione ritmica a casa.
3. Arcade Fire – Reflektor
A partire dalla sorprendente title track di apertura, questo doppio lp è un ottimo esempio di come, da un “semplice” indie rock senza pretese, si può raggiungere un suono personale e originale. Bravi Arcade Fire, bravi veramente. Va ascoltato. (consigli: reflektor, joan of arc, here comes the night time, porno).
2. David Bowie – The Next Day
Il giorno dopo il Duca c’è. Con dieci anni di silenzio alle spalle, nessuno si aspettava un ritorno così solido, dai testi sempre graffianti agli arrangiamenti ricchi e mai scontati (sembra urlare agli hipster del nuovo millennio: <l’ho inventata io, la vostra musica!>), il tutto con una copertina che parla quasi più delle canzoni: la celeberrima copertina di Heroes fa da sfondo, ma rimane coperta… quale migliore segno di vita da parte di Bowie di questo? (consigli: the next day, the stars (are out tonight), I’d rather be high, (you will) set the world on fire)
1. Queens Of The Stone Age - … Like Clockwork
Lo dico subito: il miglior lavoro della band finora. Niente da dire: se prima si è parlato di evoluzioni, maturazioni di tematiche e suono, questo ne è l’esempio più emblematico. E non dico altro. (consigli: i sat by the ocean, keep your eyes peeled, my god is the sun, I appear missing, … like clockwork).

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